Pantelleria, figlia del vento, perla nera del Mediterraneo

Un caleidoscopio di tradizioni, profumi e colori.

 

Pantelleria è un’affascinante isola vulcanica sospesa tra Africa ed Europa bagnata dalle limpide acque del Mediterraneo, ricca di paesaggi e di una tradizione culinaria arricchita dalle tante dominazioni che vi si sono successe.

Colonizzata dai Fenici nel VII secolo A.C., fu occupata poi dai Greci che la chiamarono Kossyra, “la piccola”, ai quali successero gli Arabi, che la abitarono per più di 400 anni.

A ogni cambio di dominazione le sono stati attribuiti nomi diversi, tra questi Bent-el-Rion, “figlia del vento”, e Perla nera del Mediterraneo, sicuramente i più conosciuti e suggestivi. Entrambi fanno riferimento alle caratteristiche naturali: l’origine vulcanica, che le dona il tipico colore nero della lava raffreddata, e l’essere costantemente lambita dal vento sospinto dal mare. Questo alternarsi di occupazioni e culture diverse contribuisce a renderla ciò che è oggi: un caleidoscopio di tradizioni, profumi e colori.

Anche la cucina isolana racconta l'incontro tra diverse culture e usanze, grazie anche agli ingredienti donati dalla terra e dal mare. Una cucina semplice, ma ricca di sapori che mettono in risalto l'eccellenza dei tanti prodotti autoctoni.

Il grande protagonista è sicuramente il Cappero di Pantelleria IGP.

Questo verde tesoro nasce da un arbusto, i cui rami si spingono fino a due metri di lunghezza. Il clima arido e la terra vulcanica dell’isola offrono le condizioni perfette per il suo sviluppo. Anche il vento gioca un ruolo importante: il cappero è una pianta spontanea e la sua semenza, così piccola e leggera, viene trascinata per tutta l’isola, facendo sì che attecchisca praticamente ovunque.

Contrariamente a quanto si pensa, la parte che mangiamo non è il frutto della pianta chiamato cucuncio o, in dialetto, citrulicchio, comunque commestibile, ma il bottone fiorale, ossia il bocciolo, il fiore del Cappero non ancora sbocciato.

La fioritura del comincia tra la fine di maggio e settembre, periodo in cui inizia la faticosa raccolta dei boccioli, fatta a mano prima dell’alba.

Amari e piccanti, una volta raccolti, i Capperi hanno bisogno di un lungo processo prima di essere commestibili: messi a maturare in salamoia di sale marino per 10 giorni, spesso rimescolati, vengono poi scolati e posti nuovamente sotto sale per 10 giorni. Alla fine, sono pronti per essere consumati o conservati sott’olio, aceto o sale, utilizzati per condire pasta, insalate, focacce, oppure trasformati in patè, salse e intingoli.

Un sapore deciso per una piccola gemma grigio-verde che cela un esplosione di gusto.

Ottima la pasta sugo ai Capperi di Pantelleria IGP e muddica atturrata (mollica tostata), un primo piatto facile, veloce e saporito, a cui i capperi donano un nota decisa e caratteristica al sugo, mente la mollica aggiunge croccantezza.

La vita gastronomica di Pantelleria non si limita a questa splendida e saporita eccellenza.

Imperdibili l’Insalata Pantesca, condita con olio d’oliva, pomodori dell’isola, sardine o alici, cipolla, capperi e olive, la Sciakisciuka, una caponata calda di verdure, i Ravioli amari ripieni di ricotta e menta, la Tumma, un tipico formaggio locale di latte vaccino, e le ricche zuppe di legumi.

I dolci non sono da meno. Da assaggiare i Baci Panteschi, frittelle ripiene di ricotta, i Pasticciotti di marmellata, i Panzerotti di ricotta zuccherata e cannella, e le Mustazzola, sfoglie candite con semola, miele e vino cotto.

Ultimo, non per importanza, il Passito di Pantelleria, ottimo accompagnamento per concludere dolcemente il pasto.

Per un tuffo nella Perla nera del Mediterraneo, prova la nostra ricetta!


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